27 Ott Standard & Poor’s rivede in negativo l’outlook, ma non boccia l’Italia (per il momento)
Alla fine il verdetto è arrivato, lo si attendeva da giorni dopo che Moody’s una settimana fa aveva abbassato il rating dell’Italia a Baa3, appena un livello al di sopra dei Bond spazzatura: ieri sera 26 ottobre Standard & Poor’s ha rivisto l’outlook in negativo, ma ha mantenuto il rating a BBB, due livelli al di sopra del non investment grade.
La tabella qui sotto riporta l’aggiornamento dei rating e outlook attribuiti dalle agenzie; al momento Fitch si mantiene attendista avendo già attribuito un outlook negativo ma non è escluso che a seconda di come andrà la trattativa sul Bilancio con la Commissione Europea anticipi il responso abbassando il rating e portandolo al medesimo livello di Moody’s.
Nelle valutazioni di Standard & Poor’s il piano di bilancio del governo e i relativi obiettivi includono ipotesi di crescita del PIL reale eccessivamente ottimistiche, che potrebbero comportare deficit più ampi del previsto nel corso del 2019-2021 (una valutazione in linea con quanto da noi indicato nello Speciale NaDEF).
Standard & Poor’s punta l’attenzione anche sulla decisione di annullare in parte la riforma Fornero, in considerazione della portata del cambiamento demografico in corso in Italia, in cui la spesa per le pensioni in percentuale al PIL è seconda solo alla Grecia all’interno dell’Unione Europea (aspetto da noi ben sviluppato nel libro La crisi economica e il macigno del debito).
Le misure del governo, – prosegue l’agenzia di rating – se pienamente attuate, invertiranno i precedenti progressi minacciando la sostenibilità a lungo termine del debito pubblico. L’Italia infatti presenta il quarto debito più elevato se raffrontato al PIL dopo Giappone, Grecia e Libano.
Standard & Poor’s sottolinea inoltre che la fiducia degli investitori è diminuita anche per il deterioramento delle condizioni finanziarie esterne a cui si aggiunge il cambio del ciclo monetario, che fino ad ora è stato vantaggioso per l ‘Italia grazie alle azioni accomodanti della Banca centrale europea (BCE).
Sono tutte considerazioni che più volte abbiamo sottolineato nei nostri Osservatori e questo ci porta a pensare che la valutazione di Standard & Poor’s si sia mantenuta cauta, anche in considerazione dell’abbassamento di rating già apportato da Moody’s settimana scorsa.
Tuttavia l’attribuzione dell’outlook negativo apre le porte a un abbassamento del rating entro 24 mesi, qualora:
- La crescita del PIL reale dovesse essere inferiore alle aspettative;
- Il deficit e il debito pubblico dovessero oltrepassare i valori stimati dall’agenzia;
- Nel caso di un marcato deterioramento dell’economia per le persistenti incertezze politiche con particolare riguardo alle implicazioni potenzialmente avverse per l’Italia e le sue banche, che restano fra i maggiori creditori del governo.
I mercati nel corso di questa settimana hanno già ampiamente scontato la valutazione di Standard & Poor’s considerando anche un possibile declassamento, quindi è possibile un lieve miglioramento sia della piazza azionaria sia dello spread, sempre chè i toni della polemica restino nell’ambito della decenza, speranza forse vana visto le recenti schermaglie anche nei confronti di Draghi e della BCE.
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