03 Mar Venti di guerra fra Russia e Ucraina; conseguenze su grano e mais
Aggiornamento del 3 marzo 2014 al report mensile per allevatori/agricoltori preparato dalla Mazziero Research; il report mensile viene inviato in abbonamento ad allevatori, agricoltori e associazioni di categoria.
Precipita in queste ore la situazione fra Russia e Ucraina per il controllo della Repubblica indipendente di Crimea.
L’avvicinamento dell’Ucraina all’influenza europea irrita la Russia che, in base a un accordo, utilizza il porto di Sebastopoli come porto navale per le unità militari.
La situazione è in evoluzione ora per ora, dove la parte più debole viene giocata dall’Ucraina dato che l’Europa non è in grado di fornire un aiuto concreto, principalmente economico, men che meno attraverso forze di interposizione di pace.
L’Ucraina si trova al momento sull’orlo della bancarotta e sinora gli unici finanziamenti erano giunti da Mosca.
Ma quali potrebbero essere gli impatti sui prezzi dei cereali in Europa?
I due grafici riportano l’andamento delle quotazioni di Parigi rilevate a fine seduta di venerdì scorso; il grano mostra segni di rafforzamento, mentre il mais paradossalmente si è portato al di sotto dei 170 euro/tonnellata.
A Chicago in preapertura stamane (h. 9.30 Italiane; h. 2.30 Chicago) il mais sta guadagnando il 2,86% a 4,76 dollari/bushel, mentre il grano mette a punto un più consistente 4,3% a 6,25 dollari/bushel.
In base all’ultimo rapporto Usda della domanda e offerta (Wasde) rilasciato il 10 febbraio scorso, l’Ucraina avrebbe prodotto nella passata stagione 15,8 milioni di tonnellate di grano, metà delle quali destinate all’esportazione.
Le stime per la prossima stagione vedrebbero un aumento di produzione sino a 22,3 milioni di tonnellate, 10 milioni destinate alle esportazioni.
In parte di queste esportazioni sono dirette in Europa e in parte verso altre destinazioni come Medio Oriente, Africa settentrionale e Cina.
La Cina, tramite una società, ha tra l’altro acquistato 100 mila ettari di terreno, che potrebbero diventare in prospettiva 5 milioni di ettari, per coltivazioni destinate alle necessità cinesi.
Per quanto riguarda il mais, l’Ucraina avrebbe prodotto nella passata stagione 21 milioni di tonnellate, delle quali 12,7 tonnellate destinate all’esportazione.
Le stime per la prossima stagione vedrebbero un aumento di produzione sino a 30,9 milioni di tonnellate, 18,5 milioni destinate alle esportazioni.
In genere parte di queste esportazioni sono dirette in Europa e in parte verso il Sud-Est asiatico.
Se la situazione di tensione fra Russia e Ucraina dovesse perdurare è possibile pensare a una forte riduzione delle quantità di grano e mais esportati dall’Ucraina.
L’impatto nell’immediato potrebbe essere più psicologico che reale, ma in ogni caso il mercato potrebbe entrare in una fase di forte instabilità dopo un periodo di prezzi molto compressi verso il basso.
Concludendo, si conferma per il momento la ripartizione della copertura già indicata nel report di febbraio dato che già teneva conto della possibile insorgenza di tensioni sui prezzi (si veda la tabella seguente).
L’Europa potrà contare ancora sul gas russo?
Gran parte del gas che alimenta l’Europa giunge dalla Russia transitando dall’Ucraina; già in passato dispute contrattuali avevano impattato sul reale quantitativo di gas diretto in Europa.
È abbastanza chiaro che un acuirsi delle tensioni fra i due Paesi potrebbe avere delle pesanti ripercussioni sulla fornitura di gas all’Europa, in particolare per i paesi del Nord, Germania inclusa.
Gli impatti per l’Italia potrebbero essere modesti sino al terzo trimestre dell’anno in corso.
Una settimana fa, l’AD Eni Paolo Scaroni ha affermato che anche nel caso non dovesse giungere nemmeno un metro cubo di gas, l’approvvigionamento italiano non verrebbe compromesso sino all’estate.
Questo articolo è disponibile anche in forma di Report Pdf, per scaricarlo cliccare qui.
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