Le azioni delle società energetiche sono meglio dei titoli di stato?

Le azioni delle società energetiche sono meglio dei titoli di stato?

Nel mondo occidentale, la crescita incontrollabile del debito a livello statale è un dato di fatto. Consideriamo la Figura 1, dove sono raggruppati i dati Eurostat relativi al rapporto debito/Pil nell’UE dal 2007 – 2011. Considerando il livello di 60%, posto come limite per i paesi europei nel Trattato di Maastricht, dovrebbe essere chiaro che le “regole del gioco” nell’UE non sono molto rispettate. Infatti, i paesi che risultano sotto tale livello sono perlopiù quelli che pesano poco nell’economia UE. Consideriamo la “mappa del debito” (Figura 2) relativo al 2011: i paesi colorati in verde hanno superato la soglia del 60%. Perfino la Germania, modello di rigore per i bilanci europei, non è riuscita a dare un buon esempio. La Germania è rigorosa solo nel senso relativo, come una persona che pesa 150 chili è relativamente più in forma rispetto a una che ne pesa 200!

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Leggenda

 Figura 1: Rapporti Debito/Pil nell’UE  –  Fonte: Eurostat

Una versione più chiara della Figura 1 può essere scaricata cliccando qui

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 Figura 2: Mappa del debito pubblico nell’UE  –  Fonte: Eurostat

Per l’investitore, questa situazione dovrebbe fare nascere una serie di dubbi, soprattutto per chi si è sempre concentrato sul mercato obbligazionario. Già gli emittenti di titoli di stato non sembrano molto affidabili, e in più i rendimenti sono arrivati a livelli ridicoli (si veda la Tabella 1 dove sono riportati i rendimenti di alcuni titoli di stato decennali). Chi compra questi titoli oggi non viene compensato per il rischio assunto e, in molti casi, dovrà pagare l’emittente per il privilegio di aver assunto quel rischio (grazie al fatto che i rendimenti reali sono negativi – si veda l’articolo e l’audiocommento sul Financial Repression). Dieci anni sono tanti ed è quasi una certezza che i rendimenti attuali saliranno entro il 2023, causando potenziali perdite per chi dovesse smobilizzare l’investimento prima della sua scadenza. Coloro che porteranno a scadenza questi titoli si troveranno, nell’ipotesi di un aumento moderato d’inflazione nei prossimi anni, con un rimborso nominale pari a 100, ma con una perdita notevole in termini reali.

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Tabella 1: Rendimenti sui titoli di stato decennali (19/12/2012)  –  Fonte: Bloomberg

Per combattere contro questa situazione insidiosa, le società in grado di pagare dividendi crescenti nel tempo possono essere molto attraenti. In particolare, le società energetiche dovrebbero offrire un buon supporto proprio perché i loro prodotti sono sensibili (nel senso positivo) all’andamento dell’inflazione, grazie all’importanza dell’energia per tutta l’attività economica. La Mazziero Research ha imboccato una strada che porterà a uno studio ampio delle possibilità d’investimento in questo settore. Sarà una delle novità nei primi mesi del 2013 e offrirà una diversificazione utile per coloro che hanno seguito il nostro lavoro finora.

Per chi non è ancora certo di volerci seguire, perché non iniziare con un piccolo investimento di 20 euro nel Seafood Report? Questo tema rimane ancora attuale ed è in arrivo un aggiornamento dello studio nel mese di gennaio. Il prezzo di 20 euro comprende uno sconto di 5 euro, ma è disponibile a questo prezzo solo fino al 31 dicembre. Per usufruire dello sconto, basta inserire la parola “Natale” nella casella “Enter coupon” e cliccare su “aggiorna” prima di effettuare l’acquisto.

Auguriamo a tutti i nostri lettori un Natale sereno e un felice inizio al 2013.

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Andrew Lawford
andrew@mazzieroresearch.com
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