S&P grazia l’Italia e conferma il Rating BBB con outlook negativo

S&P grazia l’Italia e conferma il Rating BBB con outlook negativo

Una fotografia a chiari e scuri quella che emerge dall’ultima valutazione di Standard & Poor’s di venerdì 26 aprile, che tuttavia contribuisce a mantenere inalterato il merito di credito a BBB (2 gradini sopra il livello dei Bond spazzatura) con outlook negativo.

 

 

L’agenzia di rating precisa che l’outlook negativo, attribuito lo scorso 26 ottobre, potrebbe dare luogo a una revisione al ribasso della valutazione entro 24 mesi. Al tempo stesso indica un ritorno alla condizione stabile qualora si verificasse una delle seguenti condizioni:

  1. l’economia italiana si riprendesse, accompagnata da una crescita dell’occupazione e da un miglioramento delle finanze pubbliche;
  2. vi fossero ulteriori progressi significativi nella stabilizzazione del settore finanziario italiano.

Ma vediamo gli aspetti su cui si è concentrata Standard & Poor’s per emettere il proprio giudizio.

ASPETTI POSITIVI

  • L’Italia presenta un’economia prospera e diversificata che gestisce notevoli eccedenze della bilancia commerciale.
  • Profilo di debito a lungo termine (durata media ponderata di 6,8 anni) denominato quasi esclusivamente nella valuta nazionale italiana, l’euro.
  • Sostegno popolare all’appartenenza dell’Italia all’eurozona, sebbene vi sia scetticismo tra gli elettori riguardo alle prospettive di miglioramento delle politiche all’interno dell’UE.
  • Gli alti risparmi del settore privato superano i debiti pubblici (NOTA BENE: ancora una volta si considera che qualora manchino soldi nel settore pubblico, si possono facilmente reperire da quello privato).
  • Obbligo del trattato di conformarsi al patto di stabilità e crescita dell’UE.

 

ASPETTI NEGATIVI

  • Prevediamo che l’economia italiana stagnerà quest’anno, con un aumento del PIL di circa l’1% in termini nominali. La bassa crescita nominale e i progressi limitati sulla privatizzazione implicano un aumento del debito rispetto al PIL. In termini reali, la dimensione dell’economia italiana alla fine del 2019 sarà solo leggermente superiore a quella di un decennio fa.
  • Uno dei motivi per cui la crescita italiana è bassa è la propensione del settore privato a risparmiare anziché spendere. Finanziati da questi risparmi privati, le banche nazionali e altre istituzioni finanziarie sono diventate il principale creditore del governo italiano, con una quota stimata del 48% del debito italiano alla fine del 2018.
  • Nel 2018, stimiamo che i non residenti abbiano venduto circa 40 miliardi di titoli di debito, principalmente a creditori residenti e alla Banca d’Italia.
  • Una delle vulnerabilità macroeconomiche dell’Italia, a nostro avviso, è l’ampiezza dell’economia sommersa non tassata, in particolare nel sud.
  • I dati ufficiali sulla partecipazione al lavoro indicano che solo il 65,4% della popolazione in età lavorativa italiana è attiva nel mercato del lavoro formale. Questo è il quinto più basso tasso di partecipazione tra i 26 membri dell’OCSE, dopo Turchia, Sudafrica, Messico e Macedonia settentrionale.
  • Le recenti decisioni del governo per facilitare il pensionamento anticipato e per pagare un reddito di base generoso probabilmente abbasseranno ulteriormente la partecipazione al lavoro, e quindi peseranno sull’occupazione, sulla crescita e sulle finanze pubbliche.
  • La crescita è in stallo, mentre le nuove riforme politiche potrebbero aumentare la rigidità del mercato del lavoro.
  • Il carico fiscale sull’economia è elevato; la Banca Mondiale stima il totale delle tasse e del tasso di contribuzione per le imprese al 53%, contro il 47% in Spagna e il 49% in Germania, inoltre l’applicazione dei contratti richiede tempo e denaro.
  • La popolazione sta invecchiando, con la popolazione in età lavorativa in calo in media dello 0,4% all’anno dal 2015.
  • Non ci aspettiamo che il governo metta in discussione la permanenza dell’Italia nell’area dell’euro. Tuttavia, l’attuazione di misure politiche che annullano o compromettono le precedenti riforme economiche strutturali, o allargano ulteriormente il deficit di bilancio, ha già indebolito la fiducia degli investitori.

Questi sono solo alcuni punti del dettagliato esame di Standard & Poor’s che abbiamo liberamente estratto. Il rapporto sul giudizio evidenzia numerosi altri elementi, sia positivi sia negativi, ma come si può notare prevalgono a nostro avviso quelli negativi (Nota: per questo abbiamo scelto il titolo dell’articolo che potrebbe anche suscitare qualche polemica nei lettori).

Stimiamo quindi che Standard & Poor’s abbia voluto mantenere una certa benevolenza nell’esame, che potrebbe tuttavia capovolgersi qualora peggiorassero le condizioni economiche o altre agenzie iniziassero a peggiorare la visione sull’Italia.

Come si usa dire: godiamoci il buono del presente (anche se dovremmo fare qualcosa per migliorare il futuro).

 

Il prossimo appuntamento con i rating sarà a metà luglio, con il giudizio di DBRS (poco rilevante), e a metà agosto con Fitch. Riportiamo di seguito il calendario.

 

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Maurizio Mazziero
maurizio@mazzieroresearch.com

Fondatore della Mazziero Research, socio Professional SIAT (Società Italiana di Analisi Tecnica), si occupa di analisi finanziarie, reportistica e formazione. Partecipa al Comitato di Consulenza di ABS Consulting, collabora con OROvilla per le dirette social settimanali e la redazione del mensile ORONews. Autore di numerosi libri, fra cui “Investire in materie prime” e “Guida all’analisi tecnica”, viene spesso invitato come esperto di mercati ed economia in convegni, seminari e programmi radiotelevisivi; pubblica trimestralmente un Osservatorio sui dati economici italiani.

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