Le perdite nascoste delle banche europee

Le perdite nascoste delle banche europee

Negli ultimi giorni sono apparsi sulla stampa diversi articoli con dei titoli abbastanza preoccupanti. Prendiamo come esempio l’articolo Reuters:

Europe prepares to come clean on hidden bank losses

Ovvero:

L’Europa si prepara a rivelare le perdite bancarie nascoste

Si legge che: “nessuno sa le dimensioni delle perdite potenziali delle banche europee, ma il FMI ha indicato […] che le banche spagnole e italiane potrebbero trovarsi di fronte a 230 miliardi di euro di svalutazioni dei crediti nei confronti delle imprese nel prossimo paio di anni.”

Il discorso sta venendo fuori adesso perché durante il prossimo anno la BCE dovrebbe assumersi la responsabilità di vigilanza sui principali istituti di credito europei. Prima di farlo, però, Draghi vuole avere un’idea più chiara di ciò a cui va incontro, e per questo si farà un nuovo “stress test” delle banche europee. A differenza dei primi due stress test europei, che hanno visto passare istituti come Dexia, SNS Reaal e le banche irlandesi, solo per poi fallire successivamente, questa volta ci viene detto che si farà sul serio.

Benoit Coeure, membro dell consiglio esecutivo della BCE ci illumina sui miglioramenti attesi per questa versione dello stress test:

Il modo in cui verrà fatto nel nuovo anno sarà molto diverso rispetto ai due test precedenti… Qualsiasi numero fornito dalle banche verrà controllato prima dalla vigilanza nazionale, poi a livello europeo in Francoforte e poi dai revisori esterni.

Draghi, intanto, cerca di prepararsi al peggio:

L’efficacia [dello stress test] dipenderà sulla disponibilità di un sistema per ricapitalizzare le banche… compresa la possibilità di un salvataggio pubblico.

I tedeschi non sembrano molto contenti dell’idea che un “salvataggio pubblico” potrebbe coinvolgere la collettività europea. Continuano a parlare di quella nozione scandalosa che un “bail in” sarebbe necessario. Per chi non sa che cosa significa un bail in: in parole povere significa che chi ha prestato soldi a una banca insolvente dovrebbe subire delle perdite.

Aggiungiamo al problema il fatto che ormai in paesi come l’Italia, un decimo degli attivi bancari sono formati da titoli di stato della nazione di appartenenza delle banche. Per il nuovo stress test, non si è ancora deciso come trattare questo tipo di attivo (ovvero se i titoli di stato devono essere considerati degli attivi “a rischio”).

Tuttavia, il 10 ottobre, a proposito dello stress test, Draghi ha dichiarato quanto segue durante una visita a New York: “Alcune banche potrebbero aver bisogno di aumenti di capitale… ma da quello che vediamo oggi, la situazione non è messa così male. Nell’ultimo mese e mezzo, abbiamo visto diverse banche in grado di reperire capitale sui mercati, quindi le prospettive sono migliori adesso rispetto agli stress test di due anni fa.

Meno male, perché per un momento si sarebbe anche potuto temere qualche problema per il sistema finanziario europeo.

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Andrew Lawford
andrew@mazzieroresearch.com
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