03 Lug Al toro piacciono i biscotti
Quando nelle quotazioni agricole tutto sembra perduto accade sempre qualcosa che muta improvvisamente lo scenario: a Chicago venerdì scorso mais e soia hanno guadagnato il 3 percento mentre il grano ha spiccato un balzo del 6 percento. In questo articolo ci focalizzeremo su quest’ultimo per capire cosa sta succedendo.
Le quotazioni provengono da una lunga fase di accumulo a minimi arrotondati, con un progressivo rafforzamento dei prezzi che ha portato le quotazioni a un’esplosione nel corso delle ultime due sedute.
Il grafico mostra tuttavia che ora ci troviamo in una zona di forte resistenza corrispondente ai massimi di un anno fa.
È fisiologico che ora scattino delle prese di beneficio, ma è sufficiente guardare un grafico a lungo termine per comprendere quanto siano compresse le quotazioni e quanta strada possano ancora fare.
Per valutare se questo sia possibile dobbiamo necessariamente esaminare i dati fondamentali e chiederci per quale motivo i prezzi siano scesi in questi anni e che cosa sia successo ora per assistere a un movimento così violento.
La risposta alla prima domanda appare estremamente chiara se osserviamo un grafico con scorte, produzione e consumo a livello mondiale: dalla stagione 2013/14 il raccolto è stato sempre superiore all’utilizzo, facendo così salire le scorte.
Per la legge della domanda e dell’offerta i prezzi sono ovviamente scesi, diminuendo l’incentivo a coltivare grano e riducendo la destinazione dei campi a questo cereale. Il grafico sopra mostra gli ettari coltivati a frumento negli Stati Uniti e possiamo notare la diminuzione del 13,2 percento quest’anno e del 7,2 percento l’anno scorso.
La siccità di questa stagione ha aggiunto un ulteriore problema danneggiando una parte consistente dei raccolti; il grafico sopra mostra le condizioni del grano primaverile negli Stati Uniti confrontandole con l’anno scorso: solo il 41 percento del raccolto è stimato tra buono ed eccellente contro il 76 percento della passata stagione.
Quindi in una situazione in cui domanda e offerta stavano tornando all’equilibrio, la siccità ha creato la “tempesta perfetta”. Ora si dovranno attendere i livelli delle rese per ettaro per determinare la produzione, ma poi si dovrà analizzare il contenuto proteico delle cariossidi (i chicchi di grano) per stimare in che modo il consumo possa essere soddisfatto.
Occhi puntati quindi sul grano, ma anche sugli altri agricoli soggetti ai danni della siccità; se da un lato è meglio attendere un ritracciamento prima di cavalcare il rialzo, dall’altro la vendita short è caldamente sconsigliata.
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