14 Lug Riflessioni d’estate
Il caldo ha sicuramente fatto aumentare le passioni e le tensioni nell’ambito politico e finanziario. Ecco qualche riflessione a proposito, insieme a qualche idea d’investimento :
La tragedia greca
Qual è il senso di tutte le riunioni e vertici che si sono tenuti per la Grecia, non solo negli ultimi mesi, ma in questi ultimi anni? Per quanto si riesce a constatare da osservatore neutrale, si tratta semplicemente di un lungo processo svolto per evitare di ammettere ciò che doveva essere chiaro fin dall’inizio: se ci sono regole, bisogna che vengano rispettate (qualcuno si ricorda i parametri famosi del limite 60% del debito/Pil?). Se non si possono rispettare le regole, probabilmente il gioco non è quello giusto.
Alla fine, il grande vantaggio dell’Unione Europea sta nella libertà di movimento delle persone, il capitale e le merci. Questa idea alla base dell’UE è semplice, ma per nulla banale. “Laddove le merci passano i confini, non lo fanno gli eserciti” – così disse Bastiat nell’800, ed è una facile intuizione: se le nazioni hanno un obiettivo comune che permette a tutti di lavorare liberamente e guadagnare quanto possono, c’è meno incentivo ad iniziare un litigio. Per aderire a quest’idea, non era necessario creare un labirinto come l’Eurozona con le sue istituzioni arcane. Le nazioni che volevano stare al gioco sapevano di dover essere competitive e quindi facevano quanto necessario per esserlo. Chi non poteva o non voleva compiere gli atti necessari per essere competitivo pagava le conseguenze.
È opinione dell’autore che un intero mondo basato sulla libertà di movimento di persone, capitale e merci sarebbe meglio rispetto a quello di oggi. Se ci si concentra sul nucleo di verità su cui l’UE è basata, si scoprirà che non è tutto da buttar via.
Il crollo cinese
Dopo molto tempo in cui gli analisti puntavano su un rallentamento economico cinese, le borse della nazione hanno deciso di dargli ragione. Il problema è che prima di crollare, hanno messo a punto un rialzo piuttosto interessante, lasciando tutti gli indici con un discreto rialzo rispetto ai livelli di un anno fa.
Figura 1: Shanghai Composite – ultimi 5 anni
Fonte: Bloomberg
Figura 2: Shenzhen Composite – ultimi 5 anni
Fonte: Bloomberg
Figura 3: Hong Kong Hang Seng China Enterprises Index – ultimi 5 anni
Fonte: Bloomberg
Che l’economia cinese fosse abbastanza difficile da capire e gestita in modo particolare non è una novità. E che dire delle immagini delle città costruite nel mezzo del nulla e poi mai abitate? Come può esistere una tale follia?
Che cosa potrebbe significare il crollo recente? Forse la fase di transizione verso un modello nuovo è davvero iniziata per la Cina. La trasformazione da un’economia diretta da una macchina statale, con tutto il male che comporta, a quella spinta da un crescente ceto medio che vuole aumentare i propri consumi, sembra una strada che farà molto bene ai cittadini cinesi. Detto questo, le transizioni non sono mai eventi semplici e possono comportare periodi di grande incertezza. Ma è altamente improbabile che i cinesi abbandoneranno quel desiderio di svilupparsi che hanno mostrato in questi ultimi decenni.
La rinascita indiana
Mentre le due riflessioni sopra sono di natura negativa, almeno nel breve termine, quella indiana è molto più positiva. Negli ultimi anni, l’India è stato uno di quei paesi emergenti che non ha retto il confronto con la Cina, visto che questa è stata in grado di modernizzarsi molto più velocemente rispetto all’economia indiana. Con il governo Modi, come sostiene questo articolo interessante, diverse cose stanno cambiando, senza però la dovuta attenzione da parte degli investitori.
È notevole che, finalmente, un governo si stia concentrando sulla riduzione della burocrazia (con addirittura uno sportello unico per l’avviamento di un’impresa), sullo sviluppo delle infrastrutture necessarie per un’economia in crescita e una razionalizzazione delle imposte indirette con l’introduzione dell’IVA.
Che cosa significa per i nostri investimenti?
Investire in paesi come l’India può essere piuttosto difficile, un po’ come lo è stato per la Cina dieci anni fa. Detto questo, se si guarda in giro per il mondo, ci si rende conto che più o meno le stesse aziende che hanno beneficiato dal boom cinese degli anni 2000 potrebbero beneficiare da una rinascita indiana. Queste aziende, tra l’altro, hanno subito dei cali interessanti proprio a caso delle difficoltà cinesi di cui sopra, lasciando uno spazio per gli investitori che vogliono andare in controtendenza rispetto al mercato. Il settore delle materie prime, con i metalli industriali e alcune fonti d’energia (ma forse non il petrolio) potrebbe trovare un sostegno dopo un lungo periodo al ribasso. L’attenzione però deve essere sempre rivolta alla solidità dei bilanci, per evitare di essere coinvolti in aziende che hanno accumulato troppi debiti negli anni buoni.
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