03 Nov Oro: lo “scherzetto” di Halloween
Era iniziato bene il 2014 con un progresso del 18% in un paio di mesi, poi il “dietrofront” e un lungo ondeggiare a mezz’aria sino a luglio, quando le quotazioni dell’oro imboccarono la definitiva via del ribasso.
Il rimbalzo di ottobre su quegli stessi minimi di 1.180 che avevano arrestato le discese di giugno e dicembre dello scorso anno, avevano alimentato le speranze che quel supporto di lungo termine potesse resistere alle unghie dell’orso.
Ma quelle vane speranze dei sempre più sparuti “Gold Bugs” (gli amanti dell’oro, fra i quali l’autore) si sono polverizzate in un triste pomeriggio di Halloween.
Il colmo della sorte è che il tutto sia avvenuto dopo l’ennesimo annuncio di “follia monetaria”: l’incremento degli acquisti di azioni e titoli di Stato da parte della Banca centrale giapponese; 80 trilioni di yen l’anno – 570 miliardi di euro – per stimolare un paese demograficamente decotto, reso più povero dagli aumenti di tassazione e che non ne vuol sapere di far aumentare l’inflazione; che tristi analogie…
Ma con questo l’oro non avrebbe dovuto salire? Non è un controsenso? E a questo punto cosa succederà al metallo giallo?
Per vederci un po’ più chiaro occorre allargare la finestra di osservazione: a 1.150-55 ci sarebbe un altro supporto segnato nel 2010, ma è troppo flebile per arginare ulteriori cadute, qualora il rimbalzo non si materializzi già nella giornata di lunedì 3 novembre.
Quindi è plausibile che se lunedì non si chiudesse tra 1.180 e 1.200 il ribasso potrebbe proseguire verso quella quota di 1.050 indicata come target annuale da Goldman Sachs.
A quel punto, molti analisti aggiorneranno i loro target riproponendo un 950-900 e favorendo quindi lo sforamento di quota 1.000 e l’abbandono del metallo da parte di altri “Gold Bugs”. Una fuga plausibile perché tutti vedranno che l’ulteriore obiettivo si trova addirittura a 700 dollari l’oncia.
Ma se questi possono essere i livelli da osservare asetticamente con l’analisi tecnica, occorre mantenere un contatto con la realtà.
Le aziende aurifere sono sotto pressione da tempo e ormai le quotazioni dell’oro sono ben al di sotto del costo di estrazione delle società meno efficienti. La situazione non potrà durare ancora per molto tempo: giungeranno i primi fallimenti, pulendo il mercato e generando, questa volta sì, il giusto catalizzatore per una ripresa delle quotazioni.
Il grafico mostra l’indice Nyse Arca Gold Bugs: questo paniere raggruppa le aziende aurifere che non effettuano copertura delle vendite oltre i 18 mesi; la logica che sta dietro all’indice è monitorare l’andamento azionario di aziende che sono esposte all’andamento dell’oro senza operazioni di hedging a lungo termine. Osservando il grafico possiamo notare come il livello sia ormai ai minimi degli ultimi 6 anni, quando l’oro valeva 700 dollari/l’oncia e non troppo distante ai livelli del 2003, quando l’oro valeva 350 dollari l’oncia.
Questa situazione ci ricorda le parole del barone Nathan Rothschild: “il momento di comprare è quando il sangue scorre per le strade” e molto probabilmente quel momento per le aurifere è arrivato.
Sull’investimento in oro e nelle materie prime parleremo nel corso: Investire sui mercati finanziari, che si svolgerà a Carpi il 22-23 novembre, per il programma e ulteriori informazioni cliccare qui.
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Posted at 04:14h, 10 Novembre[…] Oro: lo “scherzetto” di Halloween Era iniziato bene il 2014 con un progresso del 18% in un paio di mesi, poi il “dietrofront” e un lungo ondeggiare a mezz’aria sino a luglio, quando le quotazioni dell’oro imboccarono la definitiva via del ribasso. Il rimbalzo di ottobre su quegli stessi minimi di 1.180 che avevano arrestato le discese di giugno e dicembre dello scorso anno, avevano alimentato le speranze che quel supporto di lungo termine potesse resistere alle unghie dell’orso. Ma quelle vane speranze dei sempre più sparuti “Gold Bugs” (gli amanti dell’oro, fra i quali l’autore) si sono polverizzate in un triste pomeriggio di Halloween. Il colmo della sorte è che il tutto sia avvenuto dopo l’ennesimo annuncio di “follia monetaria”: l’incremento degli acquisti di azioni e titoli di Stato da parte della Banca centrale giapponese; 80 trilioni di yen l’anno – 570 miliardi di euro – per stimolare un paese demograficamente decotto, reso più povero dagli aumenti di tassazione e che non ne vuol sapere di far aumentare l’inflazione; che tristi analogie… Ma con questo l’oro non avrebbe dovuto salire? Non è un controsenso? E a questo punto cosa succederà al metallo giallo? Per vederci un po’ più chiaro occorre allargare la finestra di osservazione: a 1.150-55 ci sarebbe un altro supporto segnato ne… Leggi l'articolo » https://www.mazzieroresearch.com/oro-lo-scherzetto-di-halloween/ […]