31 Mag INFLAZIONE già in affanno – aggiornamento maggio 2017
Scende l’inflazione a maggio, con un tasso negativo dello 0,2% rispetto ad aprile; il ripiegamento è dovuto come dice l’Istat “soprattutto ai prezzi di alcune tipologie di prodotto, la cui crescita si riduce di ampiezza pur rimanendo sostenuta.”
Non che ci dispiaccia questo, considerando che l’inflazione è sempre per i consumatori una perdita del potere di acquisto, ma l’avevamo detto in tempi non sospetti quando tutti ipotizzavano già tensioni tra Berlino e Francoforte, i quartieri generali della politica tedesca e della BCE.
Il dato di oggi (in alto il grafico degli indici IPCA e FOI, mentre di seguito l’indice NIC) è evidenzia che le spinte inflazionistiche non sono state determinate dai consumi, ma dal prezzo internazionale del petrolio (ormai su livelli stabili intorno a 50 dollari e con un clima di debolezza) e dall’aumento tariffario delle utenze domestiche. Insomma nulla di ciò che da anni stanno perseguendo alla Banca Centrale.
Ricordiamo che per conoscere meglio la differenza dei vari indici di inflazione, per l’analisi sull’inflazione e sulle sue dinamiche è disponibile l’Osservatorio sui dati economici italiani pubblicato trimestralmente dalla Mazziero Research.
Vi invitiamo a leggere le altre sezioni dell’Osservatorio Italia 1 trim 2017: Pil, debito & Co. pubblicato il 25 maggio scorso, che può essere liberamente scaricato in formato Pdf cliccando qui.
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