Sono lingotti, ma pare dinamite

Sono lingotti, ma pare dinamite

Articolo pubblicato anche nel sito ITForum News.

Il mercato è stato particolarmente generoso con l’oro nella prima decade di questo gennaio 2014; ciò nonostante non è mancato qualche tentativo per spingerlo nuovamente verso gli inferi.

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È quanto accaduto lunedì 6 gennaio a New York quando alle 10.14 (ore 16.14 italiane), il prezzo è scivolato in un solo minuto da 1.245,5 a 1.212,6 perdendo il due e mezzo per cento, salvo recuperare parzialmente i prezzi nel corso degli stessi 60 secondi.

Cosa ha generato questo brusco scivolone? E’ stato un ingente volume di lingotti in vendita (non possiamo definire quanto), sta di fatto che in soli 60 secondi sono passati di mano 12.027 contratti pari a 37,4 tonnellate per un valore di 1 miliardo e mezzo di dollari!!

Chi l’ha provocato? Una banca centrale, una grossa banca d’investimento, un emittente di Etc? Anche questo non possiamo dirlo; certo, agire in uno dei mercati più sofisticati al mondo in questo modo è il miglior metodo per farsi del male economicamente; infatti è presumibile che la perdita media maturata nell’operazione sia stata intorno ai 20 milioni di dollari.

Tralasciando tuttavia il momento contingente del 6 gennaio – sebbene da aprile scorso ad oggi ve ne sono stati diversi di crolli improvvisi – proviamo a cercare di allargare l’orizzonte sulla situazione grafica dell’oro.

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L’ultimo giorno dell’anno 2013 ha coinciso con un minimo di periodo a 1.181, pochissimo discosto da quei 1.179 segnati nell’ultima seduta del primo semestre; da lì è iniziata una salita che ha generato un classico 1-2-3 Low di Ross; una formazione pressoché completata dato che le quotazioni hanno superato, seppur millimetricamente, il massimo relativo del punto 2, segnato il 6 gennaio scorso.

Ora poco lontani da quota 1.250, i prezzi sembrano segnare un doppio massimo, che si concretizzerebbe con la violazione di 1.217 e che porterebbe nuovamente le quotazioni ad appoggiarsi sul supporto di lungo termine a 1.180.

Sul lato rialzista la strada è irta di ostacoli, oltre a 1.250, già menzionato, troviamo area 1.270-75 rappresentata dalla trendline del canale ribassista iniziato a fine agosto 2013 e tutta una serie di resistenze statiche, la maggiore delle quali si trova a 1.360.

Se davvero le quotazioni dovessero imboccare quel percorso la massima attenzione si focalizzerebbe sul superamento di 1.433, che confermerebbe la figura di doppio minimo (28 giugno e 31 dicembre 2013) proiettando le quotazioni verso il traguardo, ad oggi incredibile, di 1.685.

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Maurizio Mazziero
maurizio@mazzieroresearch.com

Fondatore della Mazziero Research, socio Professional SIAT (Società Italiana di Analisi Tecnica), si occupa di analisi finanziarie, reportistica e formazione. Partecipa al Comitato di Consulenza di ABS Consulting, collabora con OROvilla per le dirette social settimanali e la redazione del mensile ORONews. Autore di numerosi libri, fra cui “Investire in materie prime” e “Guida all’analisi tecnica”, viene spesso invitato come esperto di mercati ed economia in convegni, seminari e programmi radiotelevisivi; pubblica trimestralmente un Osservatorio sui dati economici italiani.

1 Comment
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    Posted at 18:24h, 14 Gennaio

    […] Il mercato è stato particolarmente generoso con l’oro nella prima decade di questo gennaio 2014; ciò nonostante non è mancato qualche tentativo per spingerlo nuovamente verso gli inferi. È quanto accaduto lunedì 6 gennaio a New York quando alle 10.14 (ore 16.14 italiane), il prezzo è scivolato in un solo minuto da 1.245,5 a 1.212,6 perdendo il due e mezzo per cento, salvo recuperare parzialmente i prezzi nel corso degli stessi 60 secondi. Cosa ha generato questo brusco scivolone? E’ stato un ingente volume di lingotti in vendita (non possiamo definire quanto), sta di fatto che in soli 60 secondi sono passati di mano 12.027 contratti pari a 37,4 tonnellate per un valore di 1 miliardo e mezzo di dollari!! Chi l’ha provocato? Una banca centrale, una grossa banca d’investimento, un emittente di Etc? Anche questo non possiamo dirlo; certo, agire in uno dei mercati più sofisticati al mondo in questo modo è il miglior metodo per farsi del male economicamente; infatti è presumibile che la perdita media maturata nell’operazione sia stata intorno ai 20 milioni di dollari. Tralasciando tuttavia il momento contingente del 6 gennaio – sebbene da aprile scorso ad oggi ve ne sono stati diversi di crolli improvvisi – proviamo a cercare di allargare l’orizzonte sulla situazione grafica dell’oro. L’ultimo giorno dell’anno 2013 ha coinciso con un minimo di periodo a 1.181, pochissimo discosto da quei 1.179 segnati nell’ultima seduta del primo semestre; da lì è iniziata una salita che ha generato un classico 1-2-3 Low di Ross; una formazione pressoché completata dato che le quotazioni hanno superato, seppur millimetricamente, il massimo relativo del punto 2, segnato il 6 gennaio scorso. Ora poco lontani da quota 1.250, i prezzi sembrano segnare un doppio massimo, che si concretizzerebbe con la violazione di 1.217 e che porterebbe nuovamente le quotazioni ad appoggiarsi sul supporto di lungo termine a 1.180. Sul lato rialzista la strada è irta di ostacoli, oltre a 1.250, già menzionato, troviamo area 1.270-75 rappresentata dalla trendline del canale ribassista iniziato a fine agosto 2013 e tutta una serie di resistenze statiche, la maggiore delle quali si trova a 1.360. Continua a leggere su Mazziero Research […]